Grotta del Mandorleto – Bellisio Solfare, comune di Pergola (PU)

Si tratta di una grotta situata quasi alla sommità di un monticello (sulla cartina è segnato “le Battute”) vicino a Bellisio Solfare (Comune di Pergola). L’imboccatura è in mezzo alla macchia ed è abbastanza stretta, per cui per entrare è necessario strisciare per 4-5 metri; poi si allarga in una grande sala lunga circa 50 metri. Nella parte finale della grotta si può notare che il soffitto è molto più alto e tramite un camino (credo si chiami così, ma io non sono esperto di speleologia), avendo il necessario equipaggiamento si può salire ad un livello superiore. Fino a pochissimi anni fa si pensava che la grotta finisse qui, poi un gruppo di speleologi del CAI di Fabriano, non fidandosi della apparenze, ha pensato bene di arrampicarsi fino alla sommità della volta, fino a scoprire un passaggio che conduceva ad un altra grotta molto più grande della prima (mi sembra che lo sviluppo sia di circa 400m) di cui vedete alcune foto scattate da Filippo Felici (che io non conosco, le foto me le ha date il mio amico speleologo Ruggero Montesi…grazie a tutti e due!), istruttore di speleologia.

Per esplorare la prima parte non servono attrezzature, a parte la pila e degli indumenti non troppo nuovi! In questa prima parte non vi aspettate grandi stalattiti e stalagmiti, ma è comunque molto interessante e si possono vedere pipistrelli e altri animaletti che vivono nel buio. Mi è capitato di entrare e trovarmi davanti un grappolo di pipistrelli appesi al soffitto, che, forse disturbati dalla mia presenza, in pochi secondi hanno sciolto il grappolo e si sono dileguati nel buio. Bellissima scena, peccato non aver avuto pronta la macchina fotografica! Per esplorare la seconda parte avrete capito che occorre essere speleologi…se non lo siete dovrete accontentarvi delle foto.

Probabilmente la grotta è ancora più grande, il problema è sempre trovare (se c’è) un passaggio per proseguire oltre. E’ stato fatto anche in incontro pubblico a Bellisio Solfare dopo la scoperta del secondo tratto, in cui è stato fatto notare che essendoci alla base del monte una sorgente di acqua sulfurea (che guarda caso c’è anche alle famosissime grotte di Frasassi), che è molto più veloce dell’acqua normale nello scavare grotte,  è molto probabile che ci siano molti altri livelli sotto quello che si conosce (che si trova quasi alla sommità del monte).

Raggiungere l’imboccatura non è facile se non ci si è mai stati; proverò a spiegarlo: superato Bellisio Solfare (direzione Sassoferrato) poco prima della curva che passa sotto la ferrovia, scendete per la stradina sterrata in discesa sulla sinistra (occhio che si vede poco). A questo punto, se avete un fuoristrada o una macchina un po’ scassata potete proseguire in auto, altrimenti parcheggiate e proseguite a piedi. La stradina dopo aver girato a sinistra, dopo pochi metri comincia a salire per una piccola valle; dopo qualche centinaio di metri sulla destra trovate una deviazione che dopo pochi metri diventa una ripida salita sterrata spesso con erba alta e rovi. Seguitela fino a sbucare in un prato (30 min. sempre in ripida salita). Percorrete il prato sempre in salita per un centinaio di metri (molto a occhio) fino a che sulla destra vedrete una stradina in leggera discesa che entra nel bosco. Arrivate fino alla fine della tradina (200m); noterete sulla sinistra un’altra piccola grotta con l’imboccatura molto grande: non è quella che state cercando. La nostra grotta si trova a sinistra rispetto alla stradina, quindi verso monte, dentro la macchia,  qualche decina di metri sopra la fine della stradina….cercatela bene perché l’imboccatura essendo solo un buco per terra, si vede solo quando ce l’avete proprio davanti!

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